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Il palazzo Colleoni è situato nella parte settentrionale dell’abitato di Cortenuova. Si tratta di un grande edificio a pianta rettangolare: il lato sud è costituito dalla parte residenziale affacciata sul grande giardino all’inglese; il lato nord comprende il grande porticato sormontato dal lungo vano per l’allevamento del baco da seta; i lati est e ovest, più brevi, ospitano le abitazioni dei contadini e la cappella. Il progetto è dell’architetto Filippo Alessandri ed è stato interamente costruito tra il 1760 e la fine dello stesso secolo su commissione della famiglia Colleoni Capigliata di Martinengo. Il grande complesso è un esempio di moderna fattoria settecentesca con annessa casa padronale di villeggiatura.    

Tutto il complesso è realizzato in laterizio. La residenza padronale presenta un nucleo centrale più alto affiancato da due ali più basse, dove abitava la servitù. Alla sua estremità orientale vi era l’oratorio della Madonna del Buon Consiglio con la facciata prospettante sulla strada per Cividate. L'edificio è preceduto da un giardino all’inglese, tipologia diffusasi nel corso del Settecento in cui lo spazio non è definito o limitato geometricamente, dove la natura non appare incolta, ma non selvaggia e dove i vari elementi vengono accostati senza donare allo spettatore una visione d’insieme. Il parco ha una superficie di due ettari e oggi conserva ancora un laghetto, un grande gazebo e una coreografica fontana che viene illuminata nelle ore serali.

L’intera struttura è lunga circa 200 metri e larga circa 90. Come già detto, la parte sud del palazzo è caratterizzata da due lunghe ali frontali, che affiancano la residenza padronale, formando con gli edifici retrostanti un’ampia corte rettangolare. La parte inferiore della residenza padronale presenta una decorazione pittorica a finto bugnato. Tra le finestre della piano terra e del primo piano sono presenti riquadri decorati con figure di putti dipinti ad affresco monocromo. Nella parte superiore si può notare la libertà espressiva tipica del barocco e del rococò; infatti al centro la parte alta della facciata presenta tre balconcini in ferro battuto in stile rococò. Le finestre che si trovano a fianco dei balconcini e ai lati dell’ingresso principale sono ampie e slanciate verso l’alto e, come tutta la parte frontale dell’edificio, sono scandite da quattro lesene. Il timpano della facciata è decorato da una meridiana. Tra l’alzato del timpano e il resto dell’edificio vi sono volute inverse, a forma di ‘S’ che in parte coprono il tetto a falde e che hanno il compito di armonizzare la costruzione.  L’accesso carrale, situato sul lato orientale, reca lo stemma dei Colleoni in pietra di Sarnico. Il cortile interno è suddiviso tra un giardinetto ad uso del proprietario e l’aia delle abitazioni coloniche. Il lungo porticato è costituito da una sequenza architettonica di archi ribassati ad ognuno dei quali, nella parte superiore, corrispondono due ampi finestroni  rettangolari.

Nell'angolo sud est dell’edificio sorge la chiesa privata, oggi sconsacrata, con una facciata in stile neoclassico e con un timpano sorretto da quattro paraste con capitelli corinzi.

All’interno del palazzo sono da segnalarsi alcuni ambienti a pianterreno: il salone centrale con volta affrescata dal Domenghini raffigurante l’Aurora, che possiede anche un ampio camino con elegante caminiera in stucco con stemmi dei Colleoni e di un cardinale; alcune sale adiacenti hanno soffitti decorati da stucchi e pavimenti alla palladiana o in parquet. Altri medesimi stemmi sono visibili anche all’esterno dell’edificio sulla facciata che guarda verso la corte interna. Sopra le quattro porte che conducono nelle sale laterali, vi erano medaglioni con tele ovali attribuite al Magnasco, le quali successivamente sono scomparse assieme a tutto l'arredamento d'epoca, durante i vari passaggi di proprietà. E’ scomparsa anche la pala d'altare dell’oratorio privato dipinta da Ponziano Loverini nel 1914.

Il salone del piano superiore e i vani adiacenti sono stati pesantemente modificati quando l’edificio è diventato sede di un ristorante.

Il palazzo di Cortenuova, fatto erigere dalla famiglia Colleoni di Martinengo, fu da questa abitato fin verso il 1870. In seguito venne venduto ad un generale, poi ad un banchiere genovese e infine alla famiglia milanese Simoncini, che lo cedette agli attuali proprietari. Attualmente la parte anteriore del palazzo è adibita alla ristorazione, mentre in quella posteriore vi sono abitazioni private.

BIBLIOGRAFIA

  • R. Caproni, Cortenuova, Pagazzano 1977, pp. 26 e 45.

  • R. Caproni, Cortenuova e la battaglia del 27 novembre 1237, Cortenuova 2007 pp. 122- 126.

 

SITOGRAFIA

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